MELTING POT CARAIBICO – parte seconda –
L’eredità europea
L’altro principale ingrediente nella formazione della musica caraibica è rappresentato dalle diverse forme musicali introdotte dai coloni europei, soprattutto spagnoli, inglesi e francesi. Ne fanno parte non solo la musica classica dell’epoca bensì, principalmente, le canzoni folk e popolari e le danze dell’Europa contemporanea. Così, più influenti della musica rarefatta di Bach e di Beethoven risultarono gli innumerevoli canti dei marinai, gli inni di Chiesa, le marce militari e, specialmente, le danze di società , come la quadriglia e la contraddanza.
La contraddanza – portata dall’Inghilterra ai caraibi attraverso i francesi, generò ogni sorta di rappresentazione locale, dalla strepitosa, tuonante neo-africana tumba francese della Cuba orientale alle eleganti composizioni chopiniane per piano del compositore portoricano Manuel Tavàrez.
La quadriglia, danza molto popolare in tutta l’area caraibica, era eseguita da ensemble formati da violini, chitarre, pifferi e altri strumenti tipici dell’era. Come in Europa, erano soprattutto danze ballate da coppie in cerchio o in linea, condotte da un chiamante (caller); eseguite nei caraibi esse si sono creolizzate e hanno dato origine a balli neo americani.
Vi sono alcuni generi musicali europei che hanno condiviso alcuni aspetti con la musica africana. In effetti, gli studiosi hanno annotato il notevole grado di compatibilità tra musiche africane ed europee (per non parlare della pratica africana di danzare in schiere, come nella contraddanza).
L’armonia in due o tre parti vocali è presente sia nella musica africana che nella musica tradizionale europea mentre gli inni dei protestanti usano uno stile di canto a chiamata e risposta detto lining out, in cui chi sapeva leggere cantava un verso, che poi veniva ripetuto da quelli che non ne erano capaci, compatibile con le pratiche canore africane.
I francesi e gli spagnoli, come molte comunità africane, hanno tradizionalmente periodici carnevali con feste e musica. Inoltre, la maggior parte della musica folk europea, alla pari della musica africana, era trasmessa oralmente alle generazioni successive, piuttosto che essere trasmesse con scrittura.
E’ infatti vero che la cultura popolare caraibica è soprattutto orale piuttosto che scritta. Da qui ne discendono similitudini anche in campo politico, dove siamo stati testimoni di brillanti oratori come Eric Williams e Fidel Castro.
La natura e l’estensione dell’influenza europea è dipesa da vari fattori, alcuni dei quali sono stati già menzionati – vedi la distinzione tra le colonie culturalmente repressive, dove la popolazione schiava era gestita da un pugno di imprenditori bianchi colonizzatori, e le colonie dette di popolamento (dove i nuovi immigranti andarono per trasferirsi definitivamente) che attrassero un numero considerevole di immigranti europei, specialmente in paesi come Cuba e Portorico dove vennero centinaia di migliaia di immigrati. Questi portarono nelle colonie una ricca gamma di musica europea che, nelle generazioni, hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo delle culture creole nella loro nuova patria.
Le colonie britanniche attrassero invece una quantità più modesta di immigrati. Molti di coloro che arrivarono erano “feccia”, così lo storico Gordon Lewis li descrisse, cioè derelitti sociali e ciarlatani in missioni senza scrupoli ai tropici, mentre i proprietari appartenenti alla classe alta della società e i loro manager vennero generalmente per brevi periodi, rimanendo attaccati all’Inghilterra, dove investivano i loro guadagni e mandavano i loro figli ad essere educati.
Il contrasto tra i due tipi di colonie può essere notata nelle loro città: la coloniale Havana era una bella e opulenta metropoli con belle cattedrali, palazzi e viali, mentre i porti britannici dei caraibi consistevano in desolati magazzini, circondati da baraccopoli con cupe e misere dimore intervallate da isolate “grandi case” dei ricchi.
L’eredità europea ha portato nei Caraibi strumenti, le armonie cordali, le strutture formali a sezione, l’orchestrazione e gli arrangiamenti di concetti di insieme, la notazione musicale e un vasto repertorio di musica scritta e orale. Gli africani del nuovo mondo nonostante conservassero molti tipi di tamburi africani, adottarono anche gli strumenti a corda e di vento suonati dagli europei.
L’eredità musicale spagnola fu particolarmente peculiare e influente. Si sarebbe portati a pensare che questa eredità includa anche il flamenco, la musica spagnola più tipica, ma il flamenco, un prodotto esclusivo dei gitani urbani andalusi, non emerse che nel tardo 1800 e non è evidente che sia stato introdotto nei caraibi nel periodo coloniale. Più influenti furono invece espressioni di strofa come la decima e il narrativo romance.
La traiettoria della decima è quanto meno curiosa: una forma minore di strofa della spagna del 1500/1600 divenne ampiamente diffusa come testo di canzoni in America latina, pur rimanendo sempre in tono minore nella Spagna stessa.
nel prossimo episodio parleremo quindi della creolizzazione della musica spagnola e dei ritmi africani nei caraibi.
Esempio musicale di Danzòn
Maraca & his Latin Jazz All Stars in Marciac: Danzon Siglo XXI
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