Abbiamo incontrato The Beginners durante un sabato sera al Mercato Trieste, il mercato rionale che sorge nell’omonimo quartiere nel quadrante Nord della Capitale. Recentemente il mercato si è infatti aperto alla città anche nelle ore serali, con mostre, concerti, presentazioni di libri e buon cibo.
The Beginners … chi siete?
Massimiliano, Francesco, Emanuele, Valerio e Fabio.
The Beginners …come nasce questa formazione?
Provenendo dalle ceneri di una band beatlesiana, non volevamo correre il rischio di essere considerati come un gruppo ‘clone’, come tanti puoi vederne in giro (modello look-a-like show), non faceva al caso nostro … dunque niente ‘riserva indiana’ per fans intransigenti. Più interessante per noi ampliare l’offerta musicale all’intero periodo degli anni ’60, perché quel decennio ha prodotto musica strepitosa e valida anche adesso. Una evoluzione molto naturale, per così dire darwiniana, ecco. È andata così.
E la scelta del nome?
Il nome è sempre il grattacapo di ogni band. Volevamo però che questo nome fosse intriso di profumo londinese. Se dai un’occhiata alle informazioni della nostra pagina Facebook (https.//www.//www.facebook.com/thebeginnersrome), troverai che ‘Absolute beginners’ è il romanzo ambientato nella Londra fumosa dei jazz club di fine anni ’50 (ne venne tratto anche un film con David Bowie). The Beginners ci piaceva come idea, perché è fumo di Londra ma siamo anche un po’ noi, 5 persone con lavori diversi ma con l’impegno e la passione per la musica, quasi un po’ ‘alla Commitments’ (altro film!), dunque non esattamente ‘principianti assoluti’ ecco.
Cosa caratterizza la vostra musica?
Siamo affezionati alla black music della Motown e al beat inglese, con qualche incursione nella musica surf.
C’è un filo conduttore dei musicisti a cui vi ispirate? E quali contaminazioni?
Sai, i Beach Boys sentivano una certa competizione con i Beatles dopo la pubblicazione di quel loro piccolo gioiello di disco che era ‘Rubber Soul’ (’65), tant’è che Brian Wilson fece uscire ‘Pet Sounds’ meno di un anno dopo, un album che lo stesso McCartney ha spesso ripetuto essere uno dei dischi fondamentali e in assoluto più belli della musica rock. Cinquant’anni prima di internet, i musicisti erano lo stesso ‘connessi’ tra loro, riuscendo ad influenzarsi e stimolarsi reciprocamente, con i risultati che ancora oggi piacciono a tutti. Un invisibile filo che accomunava e univa attraverso un ponte ideale due opposte sponde dell’Atlantico.
Tornando a noi e alle le nostre contaminazioni, il nostro filo conduttore evoca nomi e cognomi con un posto ben preciso nella ‘sixties decade’ e che vanno dagli Who ai Kinks ai Beatles, solo per citarne alcuni. Ma anche i Temptations, Sam Cooke e Chuck Berry. Senza dimenticare i Beach Boys e l’Elvis del periodo delle “Memphis sessions”.
Il prossimo concerto?
Molto presto! E i ‘Lettori Virali’ sono ovviamente tutti invitati!
Devi accedere per postare un commento.