E’ il secondo libro che leggo di questo autore ed è andata meglio dell’accettabile ‘La Biblioteca dei Morti’. Faceva parte di un acquisto complessivo.
Ho scelto di scoprire questo autore perché non avevo letto nulla di lui e anche perché guardando la foto della sua faccia avevo intuito che c’è qualcosa che ci lega, che ci ‘conosciamo’. E in effetti nel primo libro letto comparivano dei riferimenti indirettamente personali, anche perché il motore della storia era un tale nato il mio stesso giorno e mese. Coincidenze o fesserie si dirà… Ma qui il legame si è fatto più stringente perché l’autore ambienta parte del libro in contrade note e sperdute che io conosco a menadito, e conosco anche personaggi che cita o che occupano il ruolo che lui fa loro rivestire con altri nomi.
Leggendo questo autore mi trovo nella condizione di fruire di qualcosa in forma romanzesca su alcuni argomenti di cui so, e credo anche più di lui – che è una persona preparatissima -, e di cui mi occupo come articolista e saggista. Laureato in archeologia e con specializzazioni in campo medico e aziendale, ha un curriculum sontuoso rispetto al mio, che pur sono un ‘baccalaureato’.
Glenn dunque è familiare ed è simpatico, pur io non soffrendo facilmente di antipatie. Non è un mio approccio e mi sembra nemmeno il suo.
‘Il Tempo del Diavolo’ parla della scomparsa di due bambine che riappaiono dopo quattro anni senza che il tempo per loro sia trascorso. La storia parte da una ricca e influente famiglia americana, la coppia e le due figlie, che ha una casa in Calabria, dove trascorre le vacanze o vi si reca di tanto in tanto, lavorando in smartworking. Lui è il rampollo di una potente famiglia statunitense, ed è in Calabria che accade la scomparsa e la riapparizione.
Il testo è discretamente congegnato e attrae l’attenzione del lettore, che divora le pagine. Se ‘La Biblioteca dei Morti’ in una scala da uno a dieci era sei, questo è sette. Job well done.
#glenncooper #libri #romanzo #romanzi #cooper #editricenord