La mia pasticceria romana storica per eccellenza è il Forno Boccione, il più antico laboratorio dolciario ebraico di Roma. Questa è la ‘Pizza di Beridde’, un panetto dolce con uvetta, canditi, mandorle e pinoli. Il Forno Boccione si chiama così perché il nonno della proprietaria quando era piccoletto un giorno venne accusato dagli amichetti di aver rotto un boccione vuoto in un negozio. Da allora venne soprannominato ‘Boccione’.
Adoro Vilma, l’erede, che ha circa settanta anni, ma io la vedo nello stesso modo oggi come ieri, forse è lì da secoli e la storia del boccione un’invenzione: lei è un nonnetto ‘Alan Ford’ al femminile. Il Forno non ha insegna ed è un laboratorio dolciario di sole donne, che indossano un camice anni ’50. Sono femmine cicciose, morbidose e piacevolmente fuori moda. Da delirio le tradizionali trecce con zuccherini e ciliegie candite, preparate il venerdì, prima dello Shabbat, e poi gli amaretti di pasta di mandorle, quindi la torta di ricotta e visciole, i Ginetti per la colazione di mattina e le mezze lune di Rosh Ah Shanà 🙂