Ci siamo incontrati sabato scorso, 23 novembre, con la scusa del Tè e per parlare del suo rito. Volevamo contagiare un nuovo locale ed abbiamo scelto Il Caffè degli Artisti di Setteville, in Via Leopardi. Infondere il nostro virus è stato facilissimo perché il locale, come il suo stesso nome vuole intendere, è molto attento alla lettura ed alla cultura in generale e noi possiamo dire certamente che sia scattata la scintilla, un amore a prima vista, meglio, a prima lettura.
Accolti nella saletta, su comodi divani, in un ambiente non solo rilassante ma anche conviviale, circondati da una piccola libreria e quadri di artisti locali insieme a copie famose, abbiamo scelto ed assaggiato il nostro Tè. Certo, dopo una rapida presentazione di Roberta, la titolare del locale, delle proprietà della bevanda, tra le due grandi categorie di Tè verde e Tè nero.
Quasi d’obbligo partire con il rito del Tè dell’estremo oriente, non cinese però ma giapponese. Così Chiara ci ha letto la Cerimonia del Tè, il suo svolgimento pieno di gestualità e rituali. Il forte senso di ospitalità e bellezza che deve caratterizzare l’intero cerimoniale. (Leggi qui)
In contrapposizione alla socialità del rito giapponese, abbiamo poi letto l’articolo di George Orwell sulla preparazione di una buona tazza di Tè, pubblicato nel 1946 sull’Evening Standard. Lo scrittore, partendo anche dal fatto che secondo lui gli stessi inglesi non fossero dei buoni assaggiatori del Tè, detta 11 regole per una perfetta tazza di Tè. (Leggi qui)
A proposito del Tè, non potevamo certo scordare l’ipocrisia della Lepre marzolina in Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. “Prendi un altro po’ di tè,” disse la Lepre Marzolina ad Alice, con estrema serietà. “Non ne ho avuto ancora,” rispose Alice offesa, “perciò non posso prenderne di più.” “Intendi dire che non puoi prenderne di meno,” disse il Cappellaio, “è molto facile prendere più di niente.” Una parodia del parlottio raffinato da ora del tè. Tutti parlano, ma nessuno ascolta o capisce una parola di ciò che gli altri dicano. Scrivendo frasi apparentemente prive di senso Carroll vuole denunciare l’inconsistenza dei convenevoli con cui ci intratteniamo ogni giorno. Ancora, “C’era un tavolo apparecchiato sotto un albero davanti alla casa, e la Lepre Marzolina e il Cappellaio vi prendevano il tè: tra loro c’era un Ghiro profondamente addormentato, e se ne servivano come di un cuscino appoggiandovi i gomiti e parlando sopra il suo capo. “Molto scomodo per il Ghiro”, pensò Alice; però, visto che tanto dorme, non gli dà fastidio”. Il tavolo era grande, ma i tre stavano pigiati in un angolo. “Non c’è posto! Non c’è posto!” si misero a gridare quando videro Alice farsi avanti. “Ce n’è moltissimo invece!” disse Alice indignata, e si sedette in una grande poltrona a capotavola. “Prendi un po’ di vino”, disse la Lepre Marzolina in tono incoraggiante. Alice si guardò intorno dappertutto, ma non vide altro che tè.” L’imperialismo inglese impersonato dalla Lepre Marzolina e dal Cappellaio, i popoli sottomessi nella figura del Ghiro che dorme, le conquiste colonialiste – il tè, appunto –: la società cresciuta dunque sulle debolezze dei popoli addormentati. E poi l’egoistica sete di potere, la paura di dover dividere i frutti: “non c’è posto, non c’è posto!”, una politica internazionale menzognera e ingannevole: “Prendi un po’ di vino”, questa la denuncia di Carroll camuffata dal quadro giocoso e quasi bucolico.
Abbiamo lasciato poi lo spazio ai consigli di lettura. Tipico dei nostri appuntamenti. Marinella ci ha voluto presentare Un giorno perfetto, romanzo di Melania Mazzucco, pubblicato nel 2006. È stata l’occasione ed il nostro contributo al 25 novembre “La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Sandra ha portato Nelle terre estreme (Into the wild) di Jon Krakauer, pubblicato nel 1996, come lungo viaggio in cui maturano pensieri di riconciliazione non solo con sé stesso e con la famiglia ma anche con l’umanità intera. Martina ha letto l’ultimo passo de L’Alchimista di Paulo Coelho, la cui prima edizione risale al 1988. Anche qui il viaggio ed il sogno come mezzo di crescita. Monica ci riporta al rito con i Gatti molto speciali, un breve romanzo di Doris Lessing, pubblicato nel 1967, in Italia nel 1990. Il racconto della convivenza dell’autrice ed i suoi gatti, protagonisti assoluti del libro, piccoli felini mai realmente domati dall’uomo.
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