Il “Muso” è il corrispettivo della Musa, ma al maschile, l’ispirazione fatta apposta, su misura, per le donne.
Qualcosa che ti fa pensare, stimola, sfrigola, stuzzica.
Può aprirti le porte della creatività, ma a volte da solo, il “Muso”, non funziona, ha bisogno di un sostegno.
Può essere una situazione, un momento, una passione, un amore. Non necessariamente una persona. Ci pensi su e non sai il perché.
Ti stupisci come quando cade una leccornia in terra e il cane annusa ma non la raccoglie e tu pensi: boh! Come quando dici ci penso dopo, invece ci pensi ora.
Un trabocchetto e qualcuno ha aperto la botola! Io il “Muso” l’ho incontrato al Bar Corona, per caso, un giorno che passavo di lì a guardar dolcezze al fine di assaggiarne alcune…
Era seduto in un angolo a leggere il giornale, con le gambe accavallate, anzi, con con una caviglia appoggiata sopra al ginocchio dell’altra gamba.
Posizione scomoda: boh!
Non ci parlammo subito. Lui neanche si accorse di me, credo. Neanche io di lui. Aveva un bell’orologio e io lo pensai preciso e accorto. Infatti mi viene in mente puntuale anche quando non ci penso.
Anche di notte, quando, in un sonno interrotto e mai finito, vengono a trovarmi le Domande.
E lui, il “Muso”, mi aiuta a cogliere, dai rami della mente mossi dal vento, svolazzanti risposte…che non sono sempre quelle giuste, ma originali e fighe!
E io, oggi, apprezzo ancora lo spirito ironico, divertente, a volte irriverente, delle dritte che mi vengono in mente solo passando al Bar Corona.
Ah…ma è lui il mio “Muso”…non si era capito?