Piove. Umidità da far arricciare i capelli e far sbucare funghi dalle orecchie. Tornare a casa è la cosa migliore da fare e ringraziare il cielo per averne una, pure!
Invece, curiosamente, ho voglia di fare un salto al Bar Corona. Come se casa fosse lì, al bar, una casa immaginaria, un posto in cui sentirmi al sicuro.
Per me tutto e forse niente. Abituata alle intemperie, osservo i tavolini fuori, che bagnati, sembrano piangere in solitaria per gli avventori che passano indifferenti senza sedersi.
Dentro, confort, baveri tirati su e mascherine tirate giù per la consumazione. Pochi parlano, nessuno ascolta…soliti discorsi.
Mi siedo. Guardo la spuma del mio cappuccino e rifletto molto, prima di pensare, che a fare troppa introspezione si esce dall’altra parte!
Siedono accanto a me malinconie e rimpianti, come due amici che si tengono per mano, per lo strano momento dove le comitive sono un termine estinto e il Negativo è Positivo.
Vorrei parlare di solitudine, ma non so come dirlo né a chi, che alla fine, come le cose belle anche quelle brutte finiscono…
Ho la sensazione di aver vissuto due volte. Dev’essere il Fato che ha rimescolato le carte, anzi le situazioni.
Raccontare momenti difficili è una cura, e scrivere è smuovere dentro. Come un viaggiatore da fermo e la camera è il mondo!
Il potere della penna è un tuono assordante. Le parole sono ponti o muri.
Le cose da dire a volte si rifiutano di uscire. Come un’altalena, c’è bisogno della spinta per andare su.
Come quando è finita, ma non hai consegnato la targa, o cerchi d’imbucare una mail…
Con abbronzatura da campo, inzuppati di sole, ogni tanto è necessario stare da soli, darsi ragione, e ridere su pensieri inconfessabili. Come chi non si arrende mai…
Io Raccontatrice di bar, senza terra da camminare, né cielo da vedere e con il cuore a riposare su nuvole leggere…penso…
Ma se tutto è passeggero chi c’è al volante?
Ora che ho attirato la vostra attenzione, mi son dimenticata cosa volevo dire!
A presto, per un caffè in sospeso al Bar Corona.
La storia continua…