Pioviccica e non fa caldo. Dall’osservatorio del mio tavolinetto preferito, del mio bar preferito, in un angolo che non vi dico, dove il barman mi ha scovata per consegnarmi senza emozioni il cioccolato fumante ordinato, mi sento osservata dall’introspezione che mi perseguita.
Come un finanziere che deve controllare un bilancio non suo, solo per dovere. Chi me lo fa fare a rovinarmi la giornata già compromessa dall’umidiccio e tanto altro.
Se sapessi dov’è la strada tornerei indietro per ritrovare l’infanzia. Per farmi dire: io e te non ci lasceremo mai.
Come il primo amore. Con i sogni sempre accesi a zero bollette, in cima alle montagne per illuminare le stelle.
Si dovrebbe rimanere bambini più a lungo ora che si vive di più. Crescere è una faccenda complicata, difficile, piena di inconvenienti.
Sognavo di vincere la gara sul cavallo della giostra, un cavallo a dondolo che non ho mai avuto, ma poi ho capito che mentre insegui un sogno puoi perderti e trovarne uno migliore.
Essere infantili non significa che lo sviluppo si è fermato.
Al contrario. Ci si è dati la possibilità di continuare a svilupparsi a lungo e di non essersi rinchiusi nelle abitudini e convenzioni dovuti all’età.
Ogni genio è un gran fanciullo per il suo guardare il mondo come a un qualcosa di estraneo. E cerco qualcuno con cui restare bambina che a invecchiare son capaci tutti.
Sarebbe bello chiedere ai bambini che eravamo cosa
pensano degli adulti che siamo diventati. Dov’è finito essere contenti senza motivo e pretendere con ogni forza quello che si desidera?
L’infanzia è un suolo che calpesteremo per tutta la vita.
Mi tengo sulle ginocchia. Torno bambina, chiedo ancora.
L’età più bella è quella che non passa con gli anni.
Imprevista giovinezza. Slegati e scappa da quel che devi!
Uccidere la nostalgia e sentire gli Dei dire: va bene, anche oggi hai fatto a modo tuo.
Sciocco buonsenso: devi crescere per capire che era
meglio rimanere bambini. Gli anni volano. E allora? Avranno un nido da qualche parte.