THE DOME di Stephen King. Questo romanzone mi faceva compagnia da un po’ troppo tempo, complice la cura di mie nuove uscite e impegni vari, ma anche la lunghezza: 1050 pagine circa in carattere minuto, anche se il testo è scorrevole. Cosa dire: il Re si conferma il Re. Effettivamente il libro è un po’ lungo e c’è qualche personaggio di troppo. King ci dice che il suo editor lo ha continuamente sollecitato a essere più ‘veloce’, ma cento-duecento pagine in più ci sono tutte. Meglio però un romanzo un po’ lento che uno molto veloce senza profondità dei personaggi.
Una cupola trasparente e traspirante, ma invalicabile e indistruttibile, cala su una tranquilla cittadina del Maine. I loro abitanti non possono uscire e nessuno vi può entrare, ciò innesca delle polarizzazioni, tra chi è dentro e chi è fuori, tra i cittadini della comunità rinchiusa, e in definitiva tra bene e male. Cos’è successo?
Avevo abboccato alla serie tv ‘The Dome’ ma non l’avevo potuta seguire, però il libro – come spesso accade – mi sembra molto meglio. E’ un ottimo romanzo da lockdown – totale o parziale -, data la circostanza iniziale.
Fino al finale, nonostante l’abilità di King, il romanzo rimane in bilico tra la parziale delusione e il grande libro, poi vira verso quest’ultima consapevolezza senza raggiungere tale personale convinzione del tutto. King dice di aver iniziato questo libro nel 1976 e poi di averlo abbandonato. Al lettore sembra vagamente che ci sia qualcosa di ‘Lost’ (la serie) e di ‘Sfera’, il film del ’98. La scrittura di King di fondo è profondamente intrisa di cristianesimo: illuminazione, fede, scelta e redenzione sono i capisaldi del grande scrittore americano. Quattro stelle piene su cinque.